La tecnologia che tanto ci può affascinare, intrattenere e appassionare è forse anche in grado di portarci nella solitudine?
Incontri remoti al posto di contatti umani reali, servizi di delivery che ci permettono di non uscire, sistemi automatici per evitare casse e camerieri, ordinando così solo tramite app.

L’esperienza di vita si fa più virtuale e, forse, ci esprimiamo sempre meno all’esterno e siamo anche meno presenti, perché gli schermi ci rubano tempo e attenzioni, talvolta promettendoci intrattenimento e interazione che, però, ci portano in qualche modo da un’altra parte.

Amici che stanno insieme e che condividono il tempo ognuno con i propri schermi: la condivisione avviene mostrando all’altro ciò che compare sul proprio schermo o inviando una condivisione da un dispositivo all’altro.

Abbiamo bisogno di esperienze reali in cui stare bene nel reale, nello spazio e nel tempo che fanno parte della vita, per quanto si provi a superarlo e a ridurlo al minimo con l’utilizzo della tecnologia. Serve calore umano, condivisione, fiducia!

Anche le sedute dallo psicologo sono diventate “comodamente” fruibili senza uscire di casa; ma non sarebbe proprio parte della terapia riuscire a incontrare e a confrontarsi con una persona e un’anima in carne ed ossa piuttosto che attraverso ad uno schermo?

I tempi moderni rischiano di portarci a non sapere più cosa ci fa davvero stare bene e cosa ci causa depressione e malessere. Più ci allontaniamo dal contatto con la natura, da noi stessi e dagli altri, più si smarrisce la via della vita.

La tecnologia che dovrebbe unirci, in realtà, ci divide, crea spazi sempre più ampi da sorvolare virtualmente.

Categorie: Blog

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