Perduti

Perduti – Gino Paoli

Inizia o forse è già iniziata l’estate 2024, tra poche ore sarà il momento di partire per Genova 🚗 e io non sto bene da diversi giorni.


🤕🤯😵

  • Mal di testa e nausea, testa pesante e un gran caldo che ci appiccica tutti.
  • Sento che non sono l’unico a patire, anche se, c’è chi il caldo lo ama e lo preferisce al fresco!
  • Io penso che non siamo abbastanza a nord perché le estati sembrano sempre più calde e pesanti! 🥵🏜️🪭

Una notte di attraversata in nave 🛳️ con destinazione Olbia 🏢. L’idea di salire in macchina e poi in nave e poi di nuovo in macchina non mi fa’ impazzire 😥, vorrei sentirmi meglio 😣. L’anno scorso in questo giorno ero già là 🙄.

I dubbi se partire o no sono arrivati, la visita medica ⛑️ l’ho fatta ieri ma la pressione era ok e il medico mi ha augurato di svagarmi un po’ al mare 🏖️. Il “mio” medico sa’ che sono un paziente ansioso e io aggiungo, che sta male anche non lavorando 🫤.

Ho in testa questa “canzoncina” di Gino Paoli 🎶, mi ricorda tempi passati in cui ero immerso in queste parole e mi immaginavo il testo come delle pennellate su una tela che prendevano colore 🎨.

La sfida è partire anche non stando bene. Evitare di rovinarmi quelle che potrebbero essere delle vacanze più piacevoli di quelle che mi immagino. Evitare di restare qui da solo perché poi non trascorrerei le giornate in modo diverso da sempre e per il sempre c’è sempre tempo, a settembre si riprende.

Mi sento un po’ perduto, come il titolo della canzone. <<La pioggia sul “parabris”… >> … ci vorrebbe un po’ di acqua fresca in questo caldo e nella forte siccità che sta prevalendo sulle isole.

Io mi amo. Gino Paoli, nella canzone dice “io ti amo”, un ti amo che posso dedicarmi.
Abituato a urla, comandi o critiche… ci può essere un mondo più accomodante e accogliente!

La sfida è partire, stare bene e ritornare sani e salvi a settembre!


Gino Paoli – Appunti di un lungo viaggio.

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Da una nuova prospettiva

In questi giorni ho avviato (e sono stato aiutato ad avviare) qualcosa che dovevo fare da un po’ di tempo ma che mi preoccupava!

Il guardaroba della mia camera era sfondato nel retro e necessitava di essere cambiato ma, dentro c’era il mondo!

Ho sempre pensato che, quando lo avrei svuotato, avrei riempito di “roba” la stanza intera e così è stato!

In qualche giorno sono riuscito a svuotare lui, il comodino a due cassetti, la libreria, altre due cassettiere piene di fumetti (Topolino) e la scrivania con i suoi cassetti.

La mia postazione di PC fisso doveva essere rinunciata o avrei dovuto trovare un’alternativa per circa una decina di giorni. Alla fine ho girato le spalle e ho configurato la postazione dal lato opposto su un mobile di servizio che uso a volte la notte ma anche di giorno!

Da una nuova prospettiva, e così appaio in questa foto dalle sfumature di grigio con un sorriso che sta in un bilico infinito tra una dimensione e l’altra. Sembra, che sia chissà dove eppure, ho solo girato le spalle!

Presto godrò di una nuova stanza magica (come la chiamerebbe qualcuno che conosco), intanto il caldo si fa sentire e l’estate è ormai alle porte.

Il ristorante

Questo scritto racconto pensiero emozione nasce da un venerdì sera programmato in settimana, quando delle persone invitate a mangiare da noi, hanno proposto un incontro di pesce in un localino tranquillo. Il programma era quello di fare una passeggiata, prima in zona e, quindi poi, raggiungere il ristorante a piedi.

Le persone invitate al nostro tavolo della mia “zona di comfort” davano un tocco di vitalità a quelli che erano giorni un po’ piatti e di quasi sola tensione poco gradevole. Quel momento si rivelava essere un piccolo regalo, un respiro d’aria, qualcosa di diverso.

Mentre eravamo a tavola mi accorgevo che, nel mio mondo solitario fatto di tanti pensieri e parole rivolti a me, nella mia mente, ero di poche parole; ascoltavo e mangiavo. Ricercavo in ogni boccone una sorta di sollievo, qualche pennellata di un bel dipinto da creare.

In questo contesto la proposta del venerdì sera mi sembrava una buona idea, qualcosa che avrei voluto e potuto affrontare per tirarmi un po’ fuori dalla monotonia e, per ripetere la serata in compagnia. In fondo il ristorante non era lontano anche se c’erano una ventina di minuti in macchina da percorrere.

La settimana proseguiva accompagnata dai primi caldi afosi e, man mano che si avvicinava il venerdì, potevo percepire una certa tensione dell’aver preso tale impegno e del sapere che, tutti avevano, in qualche modo, i fari di attenzioni puntati su di me perché esco poco e spesso potrebbe capitarmi di disdire la mia presenza. Quando ciò avviene solitamente devo combattere con il giudizio e l’insistenza delle persone che mi dovrebbero essere vicine. Dovrebbero perché siamo vicini ma anche distanti allo stesso tempo dai due lati fisici ed emotivi; spesso la sola vicinanza materiale non comprende anche quella dell’anima e della sintonia.

Arrivato il venerdì la tensione si percepiva, non fortissima ma ero in dubbio sul da farsi. Avrei potuto recarmi sul posto di incontro con la mia macchina (evitando così il disagio di sentirmi trasportato sotto il controllo di altri) ma, il tempo era incerto e, temevo il rischio di grandinate! Non avevo poi tutta questa voglia di mettermi alla guida!

Spesso il ristorante e la tavola sono il punto di incontro tra amici ma, per chi vive in una dimensione complessa ed emotiva come la mia, può facilmente essere fonte di disagio! La paura più grande? Non riuscire a tirarsi indietro dall’evento o sentirsi male durante l’evento.

Lo spostarsi, il muoversi fuori dal proprio controllo, il traffico e la pazienza che richiede, l’ambiente ristretto dell’automobile che affronta curve, accelerate e frenate e poi le energie percepite una volta varcata la soglia di un ristorante ignoto che ancora non conosco. Tutto questo è capace di creare un percettibile disagio.

L’Impero

Arrivato alla sera e, alla fine di questa giornata, un film mi ha trasportato in un racconto di un’imperatrice e del suo impero. Un matrimonio che segna l’inizio dell’esercizio e dell’entrata in un regno ma, che comporta anche inesplorate difficoltà!

Storie diverse: quelle del popolo rispetto a quelle della nobiltà. C’è chi non ha molto e, chi si ritrova ad essere nell’esagerato dove, un vestito troppo stretto, soffoca la libertà!

Matrimoni in genere combinati per interesse e non per vero amore ma, nel film racconto avviene un’eccezione seguita dalle successive inesplorate difficoltà!

La mia riflessione sul film è che c’è un regno da mandare avanti. Il regno può essere, sia il nostro mondo interiore, che la difficile realtà che ci circonda; ancor più complicata quando le due parti sono opposte in contrasto fra loro, non sintonizzate!

Allo stesso modo del film, che mi ha fornito spunti su riflessioni ora nate, questi giorni mi hanno visto a capo di un regno che solitamente non è governato da me. Questi giorni stanno per terminare tra poche ore e, devo dire che è accaduto l’opposto del film: il mio regnare è stata una virgola di libertà.

Ora è tutto più facile ma senza i dovuti consiglieri? Se venissero a mancare le figure di sostentamento?

Nella mia storia il regno si è svuotato e, questi giorni sono stati in compagnia e in gestione di me stesso ma in una condizione protetta.

Nel film si vedono famiglie preoccupate per il proprio futuro, spesso economico oltre che estetico. Ci si sofferma molto sulle apparenze e sulle superfici spegnendo la nostra parte più preziosa e spontanea.

Anche a me fa paura il futuro perché se guardo avanti non so cosa vedo. Non mi sento funzionare troppo bene, mi sento poco adatto a questo mondo.

Come gli uomini del passato anch’io guardo di fronte a me senza sapere cosa sarà e, provo paura! Mi chiedo come me la caverò in questo sistema economico in cui inciampo continuamente.

Ognuno di noi ha un impero da mandare avanti. Ognuno di noi diventerà imperatore o imperatrice di una realtà dove le regole possono diventare un vestito troppo stretto e soffocante.

Come nel film, nella figura del sognatore o della sognatrice poetica, cerco la libertà ma il futuro mi spaventa!

La partita

Negli ultimi anni mi è capitato più volte di leggere e di vedere video di manifestazioni per le ragioni più importanti e disperate. Sono sempre stati contenuti forti che mi hanno trasmesso tutt’altro che benessere, esattamente l’opposto 😟.

Manifestarsi e potersi esprimere è importante. La libertà ci è costata cara se guardiamo alle battaglie e alle vite perse del passato e ancora oggi ci sono paesi e realtà dove non si è liberi di amare chi ci pare, di girare con il volto scoperto, di esprimere se stessi per la propria unicità.

Nel confronto ci sono quasi sempre due o più interlocutori che discutono idee contrastanti o diverse. Alcune volte questo confronto è davvero difficile, sia in famiglia che fuori.

Nelle notizie e nelle manifestazioni degli ultimi anni (scoperte attraverso articoli e/o video) ho percepito una realtà che mi ha ferito perché l’odio, la violenza e l’imposizione non può trasmettere benessere.

Mi dispiace sempre quando vedo odio, rabbia e distruzione da qualunque parte essa provenga.

Mi dispiace appurare che tra diversi punti di vista la forza è utilizzata per imporsi.

Per la mia emotività non credo reggerei la folla anche se… in ogni guerra ci sono sempre squadre diverse che lottano, ognuna per le proprie verità e credenze. E’ complicato capire e dire dove sta la ragione perché questo implica comunque un giudizio, una scelta che probabilmente se unilaterale non sarai mai del tutto giusta al 100%.

Dispiace vedere violenza, forza e odio perché il bello della vita non arriva di certo da questo.

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