Oggi è stato, o avrebbe dovuto essere, un giorno di festa ma, non è per tutte le anime e le storie di vita allo stesso modo!

A volte è proprio mentre si presenta l’occasione di uscire dalla propria routine che ci accorgiamo di una parte di noi che ci bussa e fa rumore per essere ascoltata!

A volte la malinconia si fa sentire proprio quando gli altri sorridono e gioiscono di più!

È così difficile essere e sentirsi compresi con vera empatia?

C’è una parte di noi che ha bisogno di una carezza, di qualche coccola e di parole gentili, non costruite ma sentite. A volte ci si può ritrovare un po’ tristi, smarriti e con la sensazione di essere soli, forse in questi momenti veniamo di più in contatto con una parte di noi che si ascolta, dentro.

Quante volte ci diamo veramente ascolto?

Quante volte siamo compresi per davvero e quante altre invece ci si sofferma solo in superficialità?

Siamo dimensioni complesse, profonde ed è proprio nella presenza di sensibilità che possiamo trovare la dolcezza ma anche il dolore.

Noi stessi medesimi non siamo sempre in diretto contatto con il nostro vero io, con la nostra parte profonda. Spesso indossiamo maschere ed armature che in qualche modo sentiamo ci vengano richieste “dall’esterno”.

Magari stiamo vivendo un’età che non ci sentiamo, e vai a spiegare che a trent’anni te ne senti novanta oppure che a sessanta te ne senti diciannove! Non è semplice!

Vai a spiegare che tu ragazzo provi qualcosa per lui ragazzo o che lei prova qualcosa per quell’altra lei.
Nel vero affetto non c’è il calcolo matematico di età o convenienza. Non lo capirebbero, se non vogliono capirlo!

Abbiamo storie di vita diverse, traumi e difficoltà che non sono una semplice e fredda operazione di matematica ma tutt’altra dimensione profonda e complessa fatta di emozioni e di sentimenti!

Giudichiamo troppo spesso quello che non conosciamo con l’errata convinzione di sapere e di conoscere. Spesso mentre lo facciamo non ce ne rendiamo nemmeno conto e non sappiamo quanto male stiamo facendo o stiamo per fare.

Giudicare non è accogliere spesso è il contrario ovvero allontanare!

Chi mi conosce davvero?

Sfoglio la rubrica ma non c’è alcun contatto adatto a quello che sento o alcun contatto che potrebbe e vorrebbe essere qui ora.

Un vuoto, un dolore profondo che però, come ogni temporale, passa e passerà.

L’Amore verso noi stessi deve venire in primis da noi: dobbiamo ascoltarci, accoglierci e amarci evitando il giudizio severo e denigratorio.

Solo tu sai cosa vuol dire viaggiare nelle tue scarpe perché chi ti circonda immagina di essere lui o lei nelle tue e non sarai mai lo stesso se lui o lei rimane lui o lei, con la sua storia e non con la tua!

Amati perché sei speciale, perché nessuno più di te, che stai soffrendo, merita tanto amore più di quanto tu ora non ne abbia bisogno!

Credi in te perché sei cosa bella e ciò non deve esserti detto e per forza arrivare dall’esterno: ascoltati, accogliti e amati senza giudicarti. Al giudizio sono già tanto bravi gli altri che però sanno ben poco di come ci si sente ad essere te, con la tua storia, con i tuoi sentimenti, con tutto ciò che hai vissuto e con ciò che vivi e senti.

Ti voglio bene!
Ci sono e ci sarò sempre per te!

Sono qui, parlami, ti ascolto!
Passiamo questa serata insieme mentre la pioggia scorre e scivola sui tetti.
Abbracciamoci, colmiamo i vuoti con la nostra presenza: non sei più solo/a perché ora ci sei per te!

Hai trovato un amico, un’amica, un partner che non ti abbandonerà mai.
Da oggi tu ci sarai per te!

Qualunque sia la tua storia, proverò a non giudicarti. Potrei provare paura verso quello che non conosco o per cui ho un’immagine diversa dalla realtà che vivi tu. Potrà magari essere motivo di scambio, di crescita solo se riuscirò ad evitare di scacciarti via, giudicando.

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