NON in sintonia con il mondo

Non so se in questi giorni sono un sensitivo, oppure se semplicemente vibro di un’energia, scura più della notte! Percepisco frequenze di freddo glaciale: persone distaccate, robotiche e nessuno che entri in armonia, che ti tenga compagnia!

Ogni tanto mi concentro per far si che la fiammella di calore e di magia dentro me, non si spenga. Non voglio rimanere al freddo completo!

Penso di volermi bene, penso che oltre il triste paesaggio che sto percependo, ci sia sempre e comunque meraviglia! La differenza viene spesso fatta soprattutto dall’osservatore che influenza l’osservato.

Vorrei un’anima vicina.
Vorrei magia e vorrei per un attimo dimenticare la dimensione umana su cui regna il potere e l’economia. Vorrei allontanarmi dal mondo dei numeri e poter essere dolcemente cullato da quello di piacevoli colori, emozioni, sentimenti ed empatia.

Condivisione e sincronia!

Scende “la notte”

Quest’anno la fine di luglio mi ha visto già partire per il mare ed ora sono qui da una settimana, esattamente una settimana!

Ho avuto modo di scrivere anche qui, sul blog, quanto ci siano stati giorni speciali accompagnati da doni angelici dal cielo, eppure oggi sento che è scesa “la notte” e lo voglio registrare qui sul mio magico diario!

La notte è una trovata metaforica per indicare la percezione di qualche forma di scuro, vuoto che, in questo caso, crea una sorta di malessere inizialmente sopportabile. Scrivo inizialmente perché potrebbe peggiorare se non ce ne si prende cura 😃.

In questa settimana posso dire che il mio arrivo qui è una gran cosa: sicuramente questo mare, queste piante, questa vegetazione verde che ci circonda, questi angeli inviati da Universe dal pelo nero, bianco e color crema hanno e stanno creando uno scenario diverso da quella che è la routine e tutto si sta svolgendo in modo diverso da quelle che erano le mie paure.

Credo di sentirmi bene nonostante, devo ammettere di essere sotto un forte attacco di allergia. Il meteo segnala alta concentrazione di polline e sostanze nell’aria che non aiutano il benessere delle vie respiratorie ed infatti il mio naso è totalmente chiuso e irritato e scaricando in gola mi ha infiammato anche quella aggiungendo sorella tosse. I bagni in mare mi liberano per qualche istante ma, mi tappo di nuovo appena messa la testa fuori.

Spray e vicks vaporub non sono sufficienti a generare benessere ma oltre a questo c’è qualcosa nell’aria di questo giorno che sento ha introdotto “la notte”.

L’ho sentita arrivare la notte e allora questa mattinata me la sono presa per me.
Ho percepito incontri ed energie poco positive anche nel mattino: continuo ad osservare 🙂 e mi cerco di rilassare in questo pomeriggio da poco iniziato.

Prendo una striscia di carta e inizio a scarabocchiare qualcosa con la penna, viene fuori una sagoma di un ombra di uomo seduto con la testa leggermente rivolta in alto e le mani sollevate leggermente in avanti come per dire un “alleluia” ed in alto, nell’aria appena avanti le sue mani mi è venuto da scrivere il nome “Enya”.

Non sono un grande disegnatore vero? Ma a parte questo, credo di aver sentito che dovevo e volevo riempire questa notte che stava arrivando con la musica di Enya e così ho fatto.

Se arriva il buio, se arrivano le tenebre io provo ad accendere la magia. Cerco dentro di me e intorno a me l’Amore, intorno a me nell’aria che respiro, nella coccola ad un gattino, nella bracciata di un’intensa nuotata al mare, in una passeggiata, in un saluto, mentre mi lavo i denti nel qui ed ora.

Non sono andato a fare il mio nuoto mattutino, andrò oggi pomeriggio e convertirò i demoni in farfalle che possano volare libere tutt’attorno a me. Sbocceranno i fiori, quelli che non danno allergia (ma chissà che l’allergia non arrivi dall’uomo), l’aria sarà leggera e accarezzerà la pelle.

Il vuoto è lì, anch’esso vuole spazio per esistere e sentirsi notato e considerato, non sempre respinto ed odiato. E’ passata una settimana, ci saranno altre sorprese, ci saranno altri momenti di magia, ci saranno altre nuotate e soprattutto ci sarà un nuovo mattino che andrà diverso da questo.
Ci saranno persone e incontri migliori, ci sarà benessere e tutto sarà in uno stato di piacevolissima sintonia intuitiva💓.

Grazie notte di essermi venuta a trovare, hey vuoto, parliamo un po’? Notte, come posso aiutarti, cosa cerchi da me? Che belle luci che hai. Hey vuoto, sei bello profondo!

Mi è venuta un’idea: vi va di venire con me giù al mare e come tre amici condivideremo le nostre gioie, i nostri malesseri, le nostre paure? Insieme saremo forti e insieme potremo sentire il colore di questo momento! Insieme saremo meno soli, insieme potremo condividere, ascoltarci e coccolarci… insomma volerci bene!

Una serata d’estate in compagnia di una famiglia felidae.

Devo raccontarla questa serata estiva presso la casa al mare perché mi ha davvero emozionato e vorrei raccontarvi di un mondo, di una dimensione forse a voi sconosciuta, fino a ieri dimenticata o non sperimentata anche da me!

Sappiamo magari che esiste ma non ne abbiamo provato il sapore o semplicemente non ce lo ricordiamo più mentre in me, ora, questo sapore, è bello vivo! Un sapore di affetto, di fiducia ma anche di perplessità.

La mamma dei tre gattini è confidente con noi ma è anche diffidente e attenta in altri momenti. A volte non sembra facile avvicinarla, quando ci si riesce poi, sono salti di coccole!

Nel precedente racconto di blog ho parlato della mamma gatto e di un suo cuccioletto in pericolo di vita che abbiamo provato a salvare e curare e che, in effetti se ci penso, è un po’ di giorni che non vedo più.

Oggi vorrei aggiungere a questo racconto che mamma gatto sembra avere tre cuccioli in totale: due neri di cui, uno con la macchietta sotto il collo e, l’altro, macchietta bianca in punta alla coda. Il terzo sembra essere il più grande e dovrebbe avere delle tigrature su dei grigi o dei marroni, non si fa vedere o avvicinare facilmente!

Questa sera dopo cena a casa, mi sono recato in cortile in cerca della mamma e di vedere come stava uno dei suoi cuccioli: quello che “esce dalla tana” quando mi sente arrivare e mi corre incontro. Attualmente la mamma ha trovato rifugio sotto a dei rovi e delle piante in giardino; c’è una mezza foresta lì con un muretto in pietra che delimita un po’ le personalità più curiose che tendono a gironzolare.

“Macchia bianca sulla coda” è un gattino conosciuto dopo “macchia sotto il collo”, quest’ultimo non lo vedo da un po’ di giorni, spero stia bene anche se non era in buone condizioni quando lo abbiamo trovato!

Entrambi i gattini neri hanno muco sugli occhi che quindi tengono chiusi. Si aprono solo se li laviamo con una spugna morbida e un po’ d’acqua.

Quando questa sera mi sono avvicinato al loro rifugio, gattino tigrato si è rintanato mentre la mamma mi osservava distesa con macchia bianca sulla coda coricato/a su di lei.

La mamma, quando è con i gattini, non mi fa avvicinare troppo: balza in piedi o indietreggia, a volte riesco comunque in un saluto con qualche carezza!

Mi sono seduto a terra fra foglie e ramoscelli con il profumo degli alberi e la loro fresca ombra e mi sono messo ad osservare la mamma e macchia bianca sulla coda. Dopo poco, macchia bianca sulla coda mi è venuto incontro. Ho subito notato che, nonostante le pulizie e la crema antibiotica data oggi sugli occhi, aveva lo sguardo completamente chiuso.

Mi sono assentato per qualche minuto, diretto in casa e, dopo poco, li ho nuovamente raggiunti con una spugnetta bagnata. Il più delicatamente e dolcemente possibile, mi sono messo ad accarezzargli il viso nel tentativo di pulirlo. Non era facile perché credo che il gattino fosse stufo di pulizie su una parte così, dolorante, gonfia e intasata ma, alla fine, gli ho visto aprire gli occhietti!
Che bello, che soddisfazione!
Ha degli occhietti bellissimi, anche così, anche se in difficoltà e in bisogno di cure!

Ha iniziato a giocare e a gironzolarmi intorno.
Vedendoci (credo) poco segue i rumori, i fruscii delle foglie, i passi o un rametto che si muove, anche se mi dà l’impressione di riconoscermi. Sento che non sono qualcosa che teme ma si affida, mi cerca, gioca. Si fa prendere, pulire e quando lo rilascio in libertà, mi segue! E’ una pallina di batuffolo nero, soffice e con un visino che sembra ti guardi e ti dica: << come sei bello, come si sta bene con te, ti voglio bene! >> mentre poi ritorna a giocare! Chi potrebbe non innamorarsi di un “qualcuno” così?

Dopo qualche minuto il cucciolo più grande tigrato aveva messo il naso fuori dal rifugio; davanti c’era la mamma coricata e più in là io, con macchia bianca sulla coda che mi girava intorno e giocava.

Tigrato mi ha guardato per diversi minuti, dallo sguardo e dall’andazzo si capiva che era sveglio e anche molto poco confidente!

Dopo un bel po’, mentre macchia bianca sulla coda saltellava intorno e mi faceva agguati, tigrato si è avvicinato a me attirato da qualcosa. Prima di questo sembra che si sia soffermato dalla mamma e, che lei, con dei miagolii, gli abbia dato l’approvazione ad avvicinarsi!

Sono rimasto immobile, osservavo emozionato; mi sentivo onorato di tale privilegio: vedermi avvicinare qualcosa di selvatico e poco confidente ma sicuramente molto interessante. Volevo tanto fare anche la sua conoscenza ma sapevo che non sarebbe stato possibile in così breve tempo!

Con passo veloce tigrato è arrivato a un braccio di distanza da me. La luce ormai si stava scurendo e per questo non ho visto bene la fantasia del pelo ma ero affascinato dalle sue dimensioni e dal suo muoversi sicuro. Non volevo spaventarlo e così rimanevo immobile. Credo che dei fratelli fosse lui il capo, quello che abbonda di prudenza e magari badi anche agli altri, o forse pensa per sé! Non lo conosco abbastanza, sono in cerca di idee!

Il tempo di darmi una scrutata con gli occhi e poi una corsa rapida verso il rifugio e scompare nel buio!

Ho davanti e vicino a me una piccola famiglia semi selvaggia, fatta di confidenza ma anche di molta prudenza e non tutti si fidano e mai completamente: è meglio restare furbi e non farsi infinocchiare!

In quei minuti mi rendo conto di essere “fuori dal mondo”, da quel mondo che conosciamo fatto di case, esseri umani, economia, cose da fare.. ma privo a volte di affetto, emozione, calore e della sensazione di sentirsi privilegiati, amati, parte di qualcosa di importante, di un rapporto fatto di affetto!

Sono seduto su un terreno con foglie e rami in mezzo a muretti di pietre sarde, per quanto né so, potrebbe girare qualche serpente in zona o qualche ragno che tanto temo!

Pare che in Sardegna non ci siano serpenti velenosi ma ci sia la malmignatta, ovvero, la vedova nera mediterranea conosciuta qui anche come “Argia”.

L’entusiasmo e la magia di questo momento, la compagnia di questi gattini e della mamma, va oltre le solite fobie che mi mangiano vivo, e poi, figuriamoci se proprio qui, un po’ distante dalle pietre, ci sono questi pericoli. Starò attento, penso ma nel frattempo mi godo la magia e il calore di queste presenze!

Questo angolo del giardino non avrebbe la stessa magia e io non sarei seduto qui a sentirmi parte di un qualcosa se non fosse per questa famiglia di gatti!

Mi sono sentito loro protettore mentre ero seduto lì e macchia bianca sulla coda giocava e saltellava su di me mentre la mamma ci osservava e tigrato studiava la situazione. Non ero solo ed ero in un posto magico, pieno di profumo di natura, di Sardegna, di.. non lo posso descrivere.

Quanto è fresca quest’ombra prima che l’ultimo sole saluti questo giorno e che angolo selvaggio quello in cui siamo: ci troviamo qui, nascosti da tutti, è il nostro rifugio segreto!

Le giornate trascorrono e, la preoccupazione di come stanno i cuccioli non è solo più della loro mamma ma anche la nostra, la mia! Confido inoltre che, se ogni poche ore non li saluto, sento un notevole vuoto perché sanno essere una presenza importante, che riempie, arricchisce di coccole quei momenti. Coccole, vorrei specificare cariche di affetto, si percepisce! Il giorno dopo qui, non sei dimenticato come a volte accade con gli umani.

Che magia questa serata in compagnia della famiglia di gatti!
Ce la faranno? Guariranno agli occhi?
Macchia sotto il collo sta bene? E’ ancora con loro oppure si è perso di nuovo?

Tutto questo lascia spazio ad una nuova giornata che dovrà ancora incominciare: come sarà il domani, quali sorprese ci riserverà?

Un(a) gatto(a) per amico(a)

Una presenza amica, un rapporto tra due esseri viventi che inizialmente non si conoscono e che si incontrano per la prima volta.

Tutto è iniziato quando, arrivati a casa in Sardegna, nel nostro cortile di posteggio giaceva come morto, un cucciolo di gattino(a) nero(a). Occhietti ricoperti da muco e diverse formiche che calpestavano il viso.. ma il cucciolo era ancora vivo sotto il sole cocente del mattino in cui si registrava già una pesante umidità.

Mia mamma ha preso il cucciolo e gli ha lavato gli occhi ed il naso per diversi minuti: erano belli incrostati. Non appena hanno potuto vedere un po’ di luce aumentavano i segni di vita, anche con il respiro.

I tentativi di allattare con latte di capra diluito con acqua ed un po’ di miele, non sono stati facili. Hai dormito con noi una notte, poi, la mattina seguente, la mamma si è presentata sul terrazzo ed il cucciolo è stato restituito.

Qualche annusata e poi la presa “per il retro del collo” e via: mamma gatta è partita ma poi ritornata a mangiare e a bere e a farsi fare qualche coccola.

Raramente o direi mai mi è capitato di incontrare e poter accarezzare gatti in questa zona di mare; d’estate c’è troppa gente e d’inverno questo è un posto selvaggio assolutamente spopolato dall’essere umano, quindi è difficile trovare fiducia e confidenza.

Lo scorso inverno appena passato, ci ha portato via la “nostra” gatta Minny: un incrocio siamese. Un’amica speciale che ci accompagnava da oltre 14/15 anni.

Si sente la mancanza di quella presenza amica che mi veniva a cercare e mi dava tanto affetto. Ogni tanto mi faceva anche arrabbiare camminando rumorosamente sul tetto mentre era tarda notte ma alla fine cedevo ed entrava a dormire con me. La sveglia in quei casi era alle cinque del mattino così toglievi ore da quelle poche in cui finalmente eri riuscito ad addormentarti perchè i gatti si svegliano (e ti svegliano) presto se dormi con loro.

Qui al mare sei arrivata tu e, da quando abbiamo riscoperto quanto può dare una coccola gradita, abbiamo forse un po’ iniziato a cercarci a vicenda.

Questa sera dal rientro in pizzeria e di una breve passeggiata, ti ho cercata e chiamata nel buio che poi è stato illuminato dalle luci del terrazzo. Dopo pochi minuti sei arrivata e sono stati salti di coccole.

Hai mangiato e bevuto e poi ti sei sdraiata per un po’ in compagnia, come hai già fatto questa mattina e nel pomeriggio. Ma dimmi, sai quanto sarebbe più vuota e più triste la giornata senza quell’affetto del cercarsi e quella fiducia.. anche se sempre con un certo chi va la!?

Un(a) gatto(a) per amico(a) può fare una grande differenza, ci può far riflettere sull’affetto che a volte non riusciamo a trovare e a ricevere dalle persone e può davvero emozionare e acquisire grande importanza 💜.

Per chiudere in bellezza, questa sera prima di partire per la pizzeria ho visto l’incontro del nero con il bianco e viceversa. Ho pensato che gli opposti a volte si attraggono ma poi mamma mi ha detto che il gatto bianco forse è anch’esso una femminuccia perché sembrava aver le mammelle. Non sono convinto ma ha poca importanza.

A disagio


A disagio, semplicemente disagio!
C’è un disagio che cerca di essere amato, c’è un disagio che chiede attenzioni, c’è un disagio che racconta una storia che secondo lui non va.

C’è un disagio che si sente scartato, silenziato, ignorato o dimenticato.
C’è un disagio che si sente solo e che in qualche modo, chiede attenzioni.

C’è bisogno di amore, sempre.

Dietro a ciò che valutiamo poco interessante si può scoprire un mondo, così come, allo stesso modo, ciò che ci appare bello potrebbe essere l’opposto.

Oggi mi vedo e mi percepisco con le mie sfumature di luce: sia chiare che scure.
Scrivere del mio disagio mi aiuta a capire che c’è bisogno di amore e che questo amore deve essere rivolto da noi a noi stessi, a maggior ragione quando non ne percepiamo all’esterno.

Amarci in un momento di disagio, mentre stiamo male, questo è l’esercizio difficile.
Trovare la calma mentre intorno si sentono solo grida, mentre il panico cerca di prendere il sopravvento.

Il male agisce in assenza di amore: l’amore ci fa stare bene, l’assenza di amore ci crea sofferenza.
L’amore fa male quando si rompe, ci lascia, non quando si crea.

Se l’amore ci fa male, forse non è amore. Io mi amo, anche con il mio disagio.
Il mio disagio ha bisogno di cure e di amore perché a nessuno piace sentirsi ignorato, rimproverato o rifiutato.

Questo è questo momento, il prossimo attimo si vedrà quali novità porterà.
Mi ascolto e mi accolgo nel mio disagio e cerco di essere fonte di amore per me stesso senza aspettarmi nulla dall’esterno (che ha già il suo a cui badare) ❤️.

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